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sabato 4 agosto 2012

I corni alpini e l'Alpe di Siusi

Da qualche giorno sono nascosto sulle Alpe di Siusi. Un autentico paradiso terrestre, il più grande altipiano d'Europa che gli altoatesini si tengono ben stretto con le loro regole di eco sostenibilità e rigore nei confronti del turismo di massa. Qui sono vietate le automobili, si vive davvero a passo d'uomo, le malghe si trasformano rapidamente in centri welness, anche a duemila metri, il cibo negli alberghi spesso internazionale (peccato, ero ben disposto per il vero sapore di terra sudtirolese), il latte, con tutte le mucche a pascolare, dovrebbe essere eccezionale se non che ogni giorno un autobotte di una nota azienda del settore viene a prelevarlo per riportarlo a valle... scremando, pastorizzando. Insomma, tanto bene comune e anche tanti bei soldi. Bella accoppiata.
C'è anche la musica, regina delle valli. Quattro corni alpini hanno regalato in alta quota note celestiali al ritmo di grappini, birra e canederli. Sarà una mia fissa, ma penso che, insieme ai tamburi, il sax di giuntelliana memoria, le cornamuse celtiche e il nay mediorientale, anche i corni alpini meritino un posto nel paradiso che ci attenderà. Si, c'è anche il violoncello di Mario Brunello nel paradiso terrestre della foresta di Paneveggio e non abbiamo dubbi che lo stupendo suono del violoncello, costruito proprio con il legno degli abeti di Paneveggio, sia di grazia tra i lembi di cielo dove Dio ha casa. Ma ci piace pensare che anche i corni alpini trovino posto nella musica del cielo.
L'anima c'è, il vino non manca, il freddo pure. Ecco perché l'Alpe di Siusi vale una visita. Terrestre e divina.

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